Correzione ortografica 7

Esercizio di riempimento

Individua gli errori ortografici presenti e scrivi la forma corretta nello spazio bianco a destra.
Nota bene: a ciascuno spazio corrisponde un solo errore e secondo l'ordine in cui si presenta in ciascuna riga.
Attenzione! Nel caso in cui l'errore riguardi l'uso dell'apostrofo dovrai trascrivere nello spazio vuoto l'intero gruppo di parole dove l'apostrofo deve o non deve essere presente. Ad esempio: "un altra" andrà corretto scrivendo "un'altra", non il solo apostrofo; così "un'altro" andrà corretto scrivendo "un altro"

Aveva imaginato quel momento, ma non riuscì a pensare
se era meglio o peggio di quanto avesse temuto. La luce azurra
illuminava un volto che lo scultore divino aveva lasciato a metà, o scalia­to
a terra con rabbia. La fronte era enorme e sporgente, un lobo parrietale
più grande dell'altro. Il naso e gli zicomi erano come premuti ai lati e
le narici dilatate. La mascela sembrava spaccata nel mezzo, e la bocca
aperta mostrava una dentatura guasta e puntuta, da vechio cane.
Unico appilio di normalità in quella anatomia devastata erano
gli occhi piccoli e scuri, che guardavano verso l'al­to, e un baschetto di
cappelli neri incredibilmente vezzoso e pettinato. Era avvolto in una vestalia
rossa, da cui spuntavano i piedi nudi. Teneva le mani in grembo. L'alzò
e le posò sui bracioli, con molta lentezza e fatica. Erano mani lunghe
e curate, fu come se esibise la sua dotazione esclusiva di bellezza,
e mentre con una mano azzionava il comando e la sedia pirroettava su se stessa,
con l'altra indicò a Ulisse di sedersi vicino alla scrivagnia, su una
poltroncina di quoio. Ulisse vide che il taber­naccolo racchiudeva
uno schermo di computer. Una cornice di legno istorriato per il logo
di Linux. Un computer moderno avrebbe proffanato quel buio,
preistorico aredamento. Le mani di Achille si posarono sulla tastiera.
Erano bianchissime e seniate di piccole cicatrici. La tastiera era coperta
da uno scudo con buchi, per evitare che qualche difficolta
di movimento facessi premere più tasti contemporaneamente.
Apena si mise a scrivere, gli spasmi si diradarono. Le dita di
Achille si in­fillavano nei tasti con precisione e velocità.

S. Benni, Achille pie' veloce, Feltrinelli