Correzione ortografica 3

Esercizio di riempimento

Individua gli errori ortografici presenti e inserisci nello spazio la parola nella forma corretta. A ciascuno spazio corrisponde un solo errore e secondo l'ordine in cui si presenta in ciascuna riga.
Attenzione! Nel caso in cui l'errore riguardi l'uso dell'apostrofo dovrai trascrivere nello spazio vuoto l'intero gruppo di parole dove l'apostrofo deve o non deve essere presente. Ad esempio: "un altra" andrà corretto scrivendo "un'altra", non il solo apostrofo; così "un'altro" andrà corretto scrivendo "un altro"

IL GIOVANE GAMBERO
Un giovane gambero penso: «Perché nella mia famiglia tutti camminano
al indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi
la coda se non ci riesco». Cominciò ad esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio,
e i primi giorni l'impresa gli costava moltissima fatica. Urtava dapertutto,
si amaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l'altra. Ma un po' alla volta
le cose andarono meglio, perché tutto si puo imparare, se si vuole.
Quando fu ben sicuro di se, si presentò alla sua famiglia e disse: "State a vedere".
E fece una magnifica corsetta in avanti. "Figlio mio," — scoppiò a piangere la madre,
"ti a dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come tuo padre e tua madre ti
hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene."
I suoi fratelli però non facevano che sghigniazzare. II padre lo stette a guardare
severamente per un pezzo, poi disse: "Basta cosi. Se vuoi restare con noi,
cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande:
vattene e non tornare piu indietro." Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi,
ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abracciò la madre,
salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo. Il suo passaggio desto
subito la sorpresa di un crochio di rane che da brave comari si erano radunate
a far quattro chiacchere intorno a una foglia di ninfea. «Il mondo va a rovescio,»
- disse una rana, - «guardate quel gambero e datemi torto, se potete.»
«Non c'è più rispetto», disse un altra rana. «Ohibò, ohibò», disse una terza.
Ma il gamberetto prosegui diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada.
A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall'espressione
malinconica che se ne stava tutto solo a canto a un sasso.
«Buon giorno», disse il giovane gambero. Il vecchio lo osservo a lungo, poi disse:
«Cosa credi di fare? Anch'io, quando ero giovane, pensavo di insegniare ai
gamberi ha camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo,
e la gente si mozerebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la parola. Fin che sei in
tempo, dà retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.»
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di se pensava:
«Ho ragione io». E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Radrizzerà tutte le cose storte di questo mondo?
Noi non lo sappiamo, perché egli stà ancora marciando con il coraggio e la decisione
del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: «Buon viaggio!»

G.Rodari, Favole al telefono