Correzione ortografica 12

Esercizio di riempimento

Individua gli errori ortografici presenti e scrivi la forma corretta nello spazio bianco a destra.
Nota bene: a ciascuno spazio corrisponde un solo errore e secondo l'ordine in cui si presenta in ciascuna riga.
Attenzione! Nel caso in cui l'errore riguardi l'uso dell'apostrofo dovrai trascrivere nello spazio vuoto l'intero gruppo di parole dove l'apostrofo deve o non deve essere presente. Ad esempio: "un altra" andrà corretto scrivendo "un'altra", non il solo apostrofo; così "un'altro" andrà corretto scrivendo "un altro"


Michele adesso siede a capotavola alungandosi per alzare il coperchio della grossa
pentola di pasta, mentre Michele prende i piatti in cucina. "Metticci ancora melanzane"
gli dice quando torna "cosi è più gustosa", e intanto li riempie il piatto, riempie il suo
e poi prende in mano il terzo che a portato e lo apoggia sulla tavola, vuoto. "Mia
madre diceva sempre che senza melanzane la pasta non si puo mangiare. Diceva che
è tropo secca." "Michele" gli fa lui, indicando il piatto. "Oh, scusa" fà Michele in fretta.
"Siamo in due." Allunga il braccio per portare via il piatto in piu ma poi non lo fà, lo
lascia li. Michele gli racconta dei ragazzi, della vecchia Panda che camina per miracolo,
del cane che forse è malato, o forse e solo vecchio. Gli racconta finche la pasta non è
finita e allora si alza in piedi soridendo. Va di là e torna con l'arrosto. "Ricetta collauddata"
dice. E infila il forchetone affondo nel tegame per insaporire la carne girandola nel brodo.
Lui prende il piatto vuoto e glelo porge. "Prima assaggio, poi vediamo." Michele sì ferma,
gli prende il piatto e lo rimette ha posto. "Te ne prendo uno pulitto. Ecco." Lui comincia a
mangiare, in silenzio. "Com è?" "Buono." Le posate toccano il fondo e si toccano tra loro
e il rumore sì sente in tutta la stanza. Michele finisce per primo. Lo aspetta fingendo di
bere un paio di volte. "Buono. Si vede che la ricetta era collaudata." "Si" fa' Michele. "Ma
a Maria veniva piu buono." Lui alza le spalle. "Questo sì." Si guarda intorno cercando il
mobiletto dei liquori. "È che le veniva tutto bene, ci credi?" Lui fa' di sì con la testa ma
non lo guarda. Non vuole che continui e se non lo guarda succedera come sempre
succede quando sì fa il nome di qualcuno che è morto: il fantasma gira nell'aria per
alcuni secondi, poi torna di nuovo nela tomba e la conversazione prosegue più
velocemente, come se si dovese colmare con parole nuove il silenzio causato dal
ricordo. Fa dì sì con la testa ma non risponde. Michele pero insiste: "Era pazzesco.
Non potevi dirle niente. Faceva tutto bene."
G. Marchetta, Dai un bacio a chi vuoi tu